Zine e Subculture: perché in Italia manca un vero movimento underground

Zine e Subculture: perché in Italia manca un vero movimento underground

Zine e Subculture: perché in Italia manca un vero movimento underground

Le zine — dall'inglese Maga-Zine che significa rivista— sono piccole pubblicazioni autoprodotte, spesso di nicchia e non commerciali.

Nascono come atti di ribellione creativa e comunitaria. Fotocopiate o realizzate a mano, con tirature spesso inferiori alle 100 copie, le zine sono state il mezzo espressivo delle subculture che non trovavano spazio nei media tradizionali. 

Dal punk al femminismo intersezionale, dalla fantascienza underground ai movimenti queer esse hanno rappresentato un sistema di comunicazione alternativa, fatto di collage, testi scritti a mano e opinioni radicali solo per pochi.

Le prime forme di zine risalgono agli anni ’30, con le fanzine di fantascienza nate tra gli appassionati (o fan) per condividere storie e idee al di fuori dell’editoria mainstream. Negli anni ’70, con l’irruzione del movimento punk, le zine diventarono un simbolo del DIY (fai-da-te), strumenti essenziali per diffondere musica, articoli, comunità e ribellione.

L’Italia spoglia di subculture

Se all’estero le zine sono spesso testimonianze di comunità marginali o underground, in Italia il panorama delle subculture è sorprendentemente frammentato e poco radicato. Mancano spazi fisici e hub alternativi — festival, fanzine fairs, luoghi di scambio culturale che invece nei paesi anglosassoni rappresentano un terreno fertile si pensi al canonico "London Calling". Di conseguenza, emerge una carenza visibile di scene che possano definirsi autenticamente underground, e un’assenza di voci fuori dal mainstream.

Le zine oggi: un revival e oltre

Negli ultimi anni, le zine stanno vivendo una rinascita a livello globale: fiere tematiche, revival punk, estetica analogica in chiave artistica.

E in Italia? Il fenomeno è ancora di nicchia, ma sempre più giovanissimi — creativi, streetwear designer, piccoli editori indipendenti — sentono il bisogno di esistenza materiale, fisica, di comunità che vada oltre i like e i repost.

 In un’epoca di social e algoritmi, le zine rappresentano qualcosa di diverso: una resistenza alla sorveglianza digitale, un contatto autentico e dimenticato...ma se se due cose co-esistessero?

Asayh: ridare vita alla comunità alternativa

Per Asayh, le zine non sono solo un’estetica: sono una dichiarazione d’intenti.

In un’Italia priva di vere subculture, creare non è solo fare moda, ma costruire contesti, rituali e visioni. Le zine diventano così veicoli di appartenenza, strumenti per tornare a credere nella fisicità, nel rituale e nella condivisione libera. Asayh vuole essere il catalizzatore di questo risveglio, tra carta, collage e comunità reale.


Conclusione

In un paese dove le subculture rimangono frammentate e spesso invisibili, le zine possono essere il motore di un rinascimento underground.

Fisiche, politiche, irriverenti: riportano la cultura fuori dagli algoritmi, nei luoghi dove chi crea si incontra, condivide e resiste.
Asayh c’è. E vuole essere parte attiva di questo rinascimento.


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